giovedì 22 ottobre 2015

Job shadowing presso l'Open Atelier a Wichernhaus


A Wichernhaus si trova il centro diurno per persone con disabilità psichica della Diakonie Bremen dove, in un laboratorio adeguatamente fornito di materiali e attrezzature, gli utenti realizzano le proprie creazioni. Dagmar Welek che da diversi anni lavora nell’Atelier, mi ha accolta con cordialità e mi ha mostrato in cosa consiste il suo lavoro a Wichernhaus. E’ uno spazio destinato ad adulti di età e disturbi mentali differenti in cui gli utenti hanno la possibilità di usufruire di un luogo tranquillo in cui dare libero sfogo alla propria espressione in un clima sereno e di amicizia. Ognuno sceglie spontaneamente la tecnica con cui lavorare e, con il supporto dell’esperta, i risultati sono notevoli. Tra i lavori esposti sono stata colpita particolarmente da alcuni ritratti, caratterizzati da tratti decisi e svelti, Dagmar mi disse subito che erano le pitture di una donna particolarmente talentuosa che però purtroppo quel pomeriggio stava peggio del solito, per cui non ho avuto il piacere di poterla incontrare. Principalmente le tecniche utilizzate sono quelle pittoriche ed il mosaico. I mosaici si notano già all’esterno della palazzina, ricoprono i vasi fioriti all’entrata e tante piastrelline mosaicali applicate alle pareti accompagnano fino all’Atelier e poi in giardino. Ho imparato la tecnica da loro utilizzata per la realizzazione di questi mosaici e so già che mi tornerà utile nel mio percorso artistico (ho già a tal proposito delle idee in mente) e nel lavoro all’Associazione Uniamoci Onlus a Palermo. Grembiule, tessere e tenaglie ed ho iniziato il mio mosaico, intenta ad apprendere una tecnica di fare mosaico diversa da quelle da me usate in precedenza. Ho osservato l’approccio di Dagmar nei confronti della donna presente al suo laboratorio quel pomeriggio, la sua calma era fondamentale, interveniva di tanto in tanto con qualche consiglio mentre lei stessa lavorava ad un progetto già iniziato interessandosi anche al nostro parere a riguardo del suo lavoro, così facendo instaurava un rapporto alla pari che penso sia utile ad una maggiore produttività da entrambe le parti. I dipinti della donna all’Atelier avevano dei colori vivacissimi, ero incuriosita da ciò che stesse facendo e da cosa ne sarebbe venuto fuori e lei, che parlava fluentemente l’inglese, amava discuterne, mostrarmi cosa avesse rappresentato e spiegare da cosa nascevano le sue forme. A Wichernhaus ho incontrato persone curiose come me di conoscersi l’un l’altro, discutere del proprio lavoro artistico e condividere qualcosa di se, ho osservato le opere di gente che dedica il proprio tempo all’arte ed ho imparato nuove tecniche d’espressione. Dopo la mia prima visita all’Atelier mi sono sentita arricchita, tanto che ho espresso il desidero di porterci ritornare e portare a termine il mio mosaico e, così, rieccomi per una seconda volta in un luogo in cui ormai mi sentivo perfettamente a mio agio: tra amici, arte e creatività. Una donna lì mi chiese se come vuole la tradizone anche io avessi afferrato con entrambe le mani le zampe della statua dei Musicanti di Brema, disse che era molto importante e che se lo avessi fatto i Musicanti mi avrebbero portato fortuna e di sicuro in futuro sarei ritornata a Brema, magari anche a Wichernhaus! Io l’ho fatto per cui... a presto Brema! a presto Wichernhaus! 

Dott.ssa Martina Di Liberto



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